Giacomo ZANASI

CV

Nel 2022 ha conseguito la Laurea Magistrale in Storia e Civiltà presso l’Università di Pisa con votazione 110L/110, presentando una tesi dal titolo “«Li tiranni di quella fazione». Controrivoluzione, guerra civile e giustizia politica a Livorno e in Toscana nel 1849”, ed è stato allievo ordinario della Scuola Normale Superiore.

 

Tutor

Carmine Pinto
Università di Salerno

 

Progetto di ricerca

Controrivoluzione, guerra civile e giustizia politica nella Toscana del lungo Quarantotto

Il progetto si propone di ricostruire le vicende di uno spazio politico italiano sul finire del lungo Quarantotto: il Granducato di Toscana. Lo scopo è di leggere l’ultima parte della rivoluzione, e la sua repressione, alla luce delle più recenti acquisizioni storiografiche su controrivoluzione e guerra civile, mostrando l’elevata conflittualità interna che caratterizza il contesto preso in esame. L’analisi prende le mosse dall’autunno del 1848, quando i democratici nazionali rilanciarono il discorso patriottico dopo la sconfitta della guerra regia, e il fallimento politico dei moderati. L’ultima parte del lungo Quarantotto fu caratterizzato da una progressiva radicalizzazione dei discorsi e delle pratiche politiche, che portarono a una crescente divisione tra i fautori e gli oppositori della rivoluzione. Questi ultimi erano concentrati nelle campagne toscane, sconvolte da una serie di insorgenze contadine volte a rovesciare il governo democratico, che rispose mobilitando i propri sostenitori, concentrati a Livorno. Questa fase di contrapposizione raggiunse il culmine nell’aprile 1849, quando il patriziato moderato abbatté il governo democratico dopo un giorno di combattimenti per le strade di Firenze tra popolani e volontari livornesi, prendendo il potere in nome del granduca per evitare un intervento militare austriaco. Quest’ultimo si sarebbe invece verificato, dato che le forze controrivoluzionarie non riuscirono ad avere la meglio della resistenza offerta da Livorno, che rimaneva nelle mani dei democratici radicali. Lo spazio politico toscano nella primavera del 1849 appare decisamente diviso, tanto che è plausibile parlare di guerra civile per descrive la violenta lotta politica che contrappose sostenitori e oppositori della rivoluzione. Le autorità granducali restaurate tentarono di ricucire la profonda spaccatura nella comunità politica attraverso la giustizia politica, che coinvolse migliaia di imputati accusati di aver preso parte alle vicende rivoluzionarie, e che andavano pertanto puniti e neutralizzati. Dopo una fase di processi venne concessa un’amnistia, escludendovi però i capi del movimento rivoluzionario, che rappresenta il momento conclusivo del lungo Quarantotto toscano.