Ludovica CIANCIOSI

CV

Nel luglio 2020 ha conseguito la laurea magistrale in “Filologia, Linguistica e Tradizioni Letterarie” presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, con votazione 110/110 e lode. Ha presentato una tesi in Glottologia dal titolo “Il ruolo dell’azionalità nel greco omerico: il caso di ἔρχομαι”. Nel 2017 ha conseguito la laurea triennale in “Lettere classiche” con una tesi in Letteratura latina e votazione 109/110. Durante il percorso di laurea magistrale ha preso parte al progetto Erasmus, presso l’Università “Palacký” di Olomouc, in Repubblica Ceca. Il suo progetto di ricerca intende sviluppare i risultati raggiunti nella tesi magistrale, approfondendo lo studio del concetto di telicità nell’ambito della lingua greca delle origini.

 

Tutor

Claudio Iacobini
Università degli studi Roma TRE

 

Co-tutor

Claudia Fabrizio
Università di Chieti-Pescara

 

Progetto di ricerca

La telicità nel sistema indoeuropeo delle origini tra diatesi media e “ipotesi azionale”.  Studio su alcuni verbi di moto greci

Il progetto proposto prevede un’analisi di alcuni media tantum greci tra cui ἔρχομαι “andare”, νέομαι “tornare”, e οἴχομαι “andarsene, essersene andato”, verbi di movimento traslazionale, con l’obiettivo di definire il loro valore telico e il rapporto di questo, da un lato, con l’appartenenza dei verbi alla diatesi media e, dall’altro, con le recenti teorie azionali sull’origine del sistema verbale indoeuropeo. I predicati in esame saranno studiati nelle loro occorrenze nei poemi omerici, il testo più antico della lingua greca. Secondo la cosiddetta “ipotesi azionale”, la distinzione tra le radici verbali del protoindoeuropeo, che rappresentano le più antiche forme del verbo (Bartolotta 2016), era originariamente di tipo azionale, e nello specifico telico. Al momento dell’introduzione della particella deittica *-i, codificante il tempo presente, questa si sarebbe agglutinata esclusivamente alle radici ateliche, con la conseguenza che le forme prive di *-i avrebbero cominciato a significare il tempo passato. Si sarebbe così innescato il più generale processo di grammaticalizzazione di tempo e aspetto, culminato con l’affermazione del sistema tempo-aspettuale. Riguardo all’origine della diatesi media, la teoria di Romagno (2005) ipotizza che il criterio di assegnazione di un predicato a quest’ultima, in un’antica epoca indoeuropea in cui la distribuzione delle diatesi era di tipo lessicale, consistesse nella presenza di una nozione di stato nella struttura logica dello stesso predicato. Nella struttura logica di stativi, risultativi e trasformativi è infatti presente una nozione di stato, inerente al verbo nel primo caso (es. gr. ἧμαι “stare seduto”) e acquisita negli altri due. È in questo secondo gruppo che Romagno colloca i verbi telici di movimento traslazionale, tra i quali include ἔρχομαι, νέομαι e οἴχομαι. La loro telicità deriverebbe dalla combinazione di una componente semantica dinamica con la componente della nozione di stato. Se esiste per la lingua omerica un rapporto preferenziale tra verbi atelici e tempo presente e verbi telici e aoristo e perfetto (Napoli 2006 e Bartolotta 2016), dato che corrobora l’ipotesi azionale, come possiamo confrontare e possibilmente conciliare tale circostanza con l’ipotesi di una originaria telicità dei verbi medi? Predicati del tipo di ἔρχομαι erano in origine telici o atelici? Obiettivo primario di questa ricerca è dunque uno studio approfondito delle occorrenze dei tre verbi, ἔρχομαι, νέομαι e οἴχομαι, nei poemi omerici, al fine di ricostruirne il valore telico. I risultati di tale analisi rappresenteranno un dato utile per formulare ipotesi esplicative della fondamentale questione che coinvolge il sistema verbale della protolingua.