Rosanna GIUDICE

CV

Ha conseguito nel 2019 la laurea magistrale in Filologia moderna (LM-14), con votazione centodieci su centodieci e lode con menzione accademica, presso l’Università degli Studi di Salerno, con una tesi di ricerca in Storia dell’Ottocento dal titolo La cospirazione borbonica: strategie e modalità di resistenza (1861-1863). Nel corso del 2018 ha superato gli esami relativi agli ambiti della didattica, pedagogia, psicologia e antropologia previsti nel Percorso 24 CFU. Nello stesso anno ha fatto parte del comitato organizzatore del convegno Rivoluzioni e controrivoluzioni d’Italia (1796-1870) tenutosi all’Università degli Studi di Salerno e ha partecipato al Corso integrativo degli insegnamenti di storia contemporanea: Avviamento e metodologia dello studio della storia contemporanea. Ha ottenuto il riconoscimento “Unisa premia il merito” negli anni accademici 2017-2018 e 2018-2019. Attualmente è dottoranda di ricerca in Studi Storici presso il Dottorato in Studi Letterari, Linguistici e Storici dell’Università degli Studi di Salerno. 

 

Tutor

Carmine Pinto
Università di Salerno

Co-tutor

Emiliano Beri
Università di Genova 

 

Progetto di ricerca

Nazione, rivoluzione, conflitto civile. La Guardia Nazionale meridionale nella guerra per il Mezzogiorno (1860-1866)

La tesi indaga il ruolo della Guardia Nazionale nella guerra per il Mezzogiorno durante l’unificazione italiana. La crisi e il conflitto civile che, a partire dal 1860, attraversarono le province napoletane assegnarono una funzione alle milizie civili e volontarie ben diversa dal resto d’Italia. La Guardia Nazionale, un corpo di cittadini armati erede dell’esperienza rivoluzionaria francese, era diventata uno dei simboli e dei luoghi istituzionali dei processi di nazionalizzazione del XIX secolo. A differenza che negli altri ex stati italiani, il suo ruolo nelle antiche province napoletane non si limitò ad inquadrare gli italiani e ad inserirli nelle pratiche di adesione alla nuova nazione. La guerra iniziata nel 1860 continuò infatti un antico conflitto civile che si concluse solo con la sconfitta del borbonismo e del brigantaggio politico. Le milizie paramilitari furono attori importanti di questa stagione, sia sul piano della mobilitazione politica che su quello operativo. Il progetto, partendo dalla ricostruzione del funzionamento dell’istituzione, intende analizzare il profilo dei protagonisti, inquadrandoli nel loro contesto locale, e riflettere sull’evoluzione degli aspetti di politicizzazione e di militarizzazione nel decennio postunitario. Nella campagna di contro-insurrezione questi militi seppero sfruttare la conoscenza dei territori, diventando in alcuni casi degli specialisti della caccia ai briganti, rendendosi protagonisti di azioni sia difensive che offensive la cui ricostruzione è oggetto della ricerca. Lo studio guarda, inoltre, alla rappresentazione del combattente della Guardia Nazionale, che inserendosi nella cornice di un conflitto che era al contempo militare e mediatico, fu protagonista indispensabile nella dimensione comunicativa della lotta al brigantaggio. L’approccio alle fonti si sviluppa con le metodologie della storia politica e della storia delle istituzioni, ma rivolge un’attenzione particolare  all’aspetto culturale, al fine di comprendere l’utilizzo militare e mediatico di questa istituzione.