Sara CERUSO

CV

Nel 2019 ha conseguito la Laurea Triennale in Lingue e Culture Straniere presso l’Università degli Studi di Salerno con votazione 110/110 e Lode, presentando una tesi in Lingua Russa dal titolo Skrjabin e Ivanov nel Secolo d’Argento. Presso lo stesso Ateneo, nel 2023, ha conseguito la Laurea Magistrale in Lingue e Letterature Moderne con votazione 110/110 e Lode, presentando una tesi in Lingua e Traduzione Russa dal titolo La traduzione saggistica: Vladislav Chodasevič in traduzione, proponente la traduzione di tre saggi chodasevičiani inediti in Italia: O čtenii Puškina (Sulla lettura di Puškin, 1924), O simvolizme (Sul simbolismo, 1928) e “Ženskie” stichi (Versi “femminili”, 1931). Nell’anno accademico 2022/2023, presso il Dipartimento di Studi Umanistici, ha svolto attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e di recupero in favore degli studenti di Lingua Russa III.
Traduttrice finalista della XIV edizione del premio letterario italo-russo “Raduga” organizzato dall’Associazione “Conoscere Eurasia” e dall’Istituto Letterario A. M. Gor’kij, attualmente è iscritta al corso di Dottorato di Ricerca in Studi Letterari, Linguistici e Storici dell’Università degli Studi di Salerno.

Tutor

Giuseppina Giuliano
Università di Salerno

Progetto di ricerca

L’Europa grottesca nell’opera d’esilio di Vladislav Chodasevič: rappresentazioni di un’epoca morente
Gli anni che seguono la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 sono contraddistinti da una significativa ondata emigratoria, derivante in particolar modo dalla mancata accettazione del dominio comunista. In tale contesto, la ricerca propone lo studio analitico dell’intera opera letteraria d’emigrazione del poeta e critico letterario russo Vladislav Chodasevič (1886-1939), al fine di creare una panoramica che dettagli non solo gli elementi del “grottesco” attribuiti dall'autore alle città europee in cui visse in esilio, ma anche le profonde interrelazioni che legano tali rappresentazioni alla sua concezione dell’epoca. Sono emblematici, a tal proposito, gli scenari inclusi nelle liriche di Evropejskaja noč’ (La notte europea, 1927), raffiguranti un “anti-paradiso” moderno in cui non è concessa alcuna forma di consolazione: la capitale tedesca è opprimente, lugubre e angosciante (Berlinese, 1924), i panorami campani suscitano il sentore di una catastrofe imminente (Fotografie di Sorrento, 1926) e l’osceno “Casinò” parigino è il luogo dissacrante della creazione divina (Stelle, 1925).
Ulteriori obiettivi della ricerca si identificano, da un lato, nel confronto tra le immagini chodasevičiane d’Europa e le stesse emergenti dalle opere degli esuli a lui coevi; dall’altro, nella formazione di collegamenti tra l’esodo russo degli anni Venti e l’attuale situazione d’espatrio dalla Russia, registratasi a partire dallo scoppio del conflitto russo-ucraino.