Francesca Coppola

Curriculum

Francesca Francesca Coppola, laureata con lode in Lingue e letterature moderne europee presso Università degli Studi di Napoli “Federico II” (2016), è attualmente dottoranda di ricerca in Letteratura spagnola nell’ambito del XXXII ciclo del dottorato in Studi Letterari, Linguistici e Storici dell’Università degli Studi di Salerno-Fisciano. Il prossimo settembre (2020) discuterà la propria tesi per il conseguimento del titolo di Dottore di ricerca, con una dissertazione incentrata sulla produzione lirica dell’esilio argentino del poeta Rafael Alberti. È altresì docente a contratto di “Cultura spagnola” per le esigenze del corso di laurea triennale in Lingue e culture per il Turismo e la Mediazione internazionale dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” (a.a. 2019/2020), e di “Letteratura spagnola” per le esigenze del corso di laurea triennale in Discipline delle arti visive, della musica e dello spettacolo (a. a. 2019/2020) presso il Dipartimento di scienze del patrimonio culturale dell’Università di Salerno. In questo stesso ateneo, ha inoltre svolto attività di tutorato di Lingua spagnola nell’ambito del corso di laurea in Lingue e culture straniere.

È stata revisore per la rivista Ticontre. Teoria Testo Traduzione (classe A), e per RICOGNIZIONI. Rivista di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne.

I suoi interessi di ricerca – a cui ha dedicato saggi e recensioni – vertono prevalentemente sulla letteratura dei secoli XIX e XX, con una particolare attenzione alla lirica novecentesca, alla ricezione dei classici aurei nella produzione letteraria del secolo scorso e alla fortuna della letteratura spagnola in Italia.

È socio dell’Associazione Ispanisti Italiani (AISPI) e dell’Associazione Sigismondo Malatesta.

Progetto di ricerca

Lo perdido en la poesía del exilio de Rafael Alberti:
Pleamar, Ora maritima, Retornos de lo vivo lejano, Baladas y canciones del Paraná

Tutor: Daniele Crivellari

A partire da quattro raccolte liriche di Rafael Alberti ascritte al codice estetico della poesia d’esilio (Pleamar, Retornos de lo vivo lejano, Ora maritima e Baladas y canciones del Paraná), il progetto intende elaborare una lettura inedita dei componimenti del poeta da una prospettiva metodologica ispirata alla Material Culture e, più segnatamente, alla Thing Theory. L’indagine, vale a dire, verterà sulla ricostruzione di una fenomenologia della transustanziazione degli oggetti in cose, simboli, feticci, mostrando quanto nei corpora testuali selezionati il “perduto” si rivesta di significato.
Un ulteriore focus della ricerca sarà improntato al “feticismo simbolico della patria” in quanto oggetto di culto e di adorazione, dietro il quale si cela una stratificazione di significati e pulsioni latenti che, se scandagliate, svelano un equilibrio identitario – quello del poeta – in bilico: scisso tra mito involutivo e un nostalgico presente di separazione. I componimenti delle quattro sillogi si possono considerare, non a caso, i cantori di un passato smarrito fatto di terra e mare, di distinte residenze che, però, vanno a coincidere con la medesima cornice spaziale: la Spagna e, su tutto, la città natale del poeta, Puerto de Santa María. Nella patria, pertanto, è possibile leggere una sorta di malinconia freudiana, e quella che Baudrillard definisce una “virtù ancestrale: un’immagine nostalgica del Padre [nel caso albertiano della Madre] come nascita e valore; un mito involutivo o anche di origine in quanto ciò che all’uomo manca viene sempre investito nell’oggetto” (Baudrillard: 107). Con Alberti “la nascita e l’autenticità si feticizzano nell’oggetto mitologico Cadice” (Ibid), mediazione di una cornice stavolta temporale – il passato –, avvertito come assenza.
Questa precisa scelta è motivata dallo scarso interesse che la lettura filosofica ha dimostrato, sino ad oggi, nei confronti di un’arte – quella poetica – che grazie al suo essere profondamente evocativa è capace di restituire stati d’animo, intenzioni, relazioni, e soprattutto il desiderio di riconciliazione dell’uomo col mondo circostante, il desiderio di preservare, come accade nella lirica albertiana, il perduto.