Aurora FORTE

CV

Aurora Forte ha conseguito la Laurea Magistrale in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Salerno con votazione 110/110 con Lode, presentando una tesi in Storia delle Istituzioni Politiche dal titolo “Le Rivoluzionarie del 1848-1849. Partecipazione, rappresentazioni e autorappresentazioni”. Ha inoltre conseguito il riconoscimento dei 24 CFU per l’insegnamento presso l’Università degli Studi di Salerno nel 2022 e le è stato riconosciuto il premio di laurea istituito dall’ente regionale ADISURC nel 2023. Durante il percorso di formazione della laurea magistrale ha effettuato il tirocinio presso il CIRC partecipando a numerose iniziative tra cui la collaborazione alla segreteria organizzativa del Convegno “I briganti e le vittime della nazione: Il paradigma vittimario dal Risorgimento alla seconda Repubblica (1794-2020)” del 4-5-6 Maggio 2022.

Tutor

Carmine Pinto
Università di Salerno

Alessandro Bonvini
Università di Salerno

Co-tutor

Sabrina Mutino
direttrice Museo Nazionale di Potenza (MIC)

Progetto di ricerca

Un capoluogo per la Basilicata. Mobilitazione politica, rivoluzione e controrivoluzione a Potenza (1799-1870)

Le rivoluzioni atlantiche ed europee hanno segnato la storia della Basilicata nel XIX secolo, e Potenza, piccola città dell’Appennino meridionale, fu il laboratorio politico per eccellenza della provincia. A partire dalla proclamazione della Repubblica nel 1799 sotto la guida di Andrea Serrao, proseguendo con l’affermazione di una nuova élite a sostegno dei Napoleonidi nel 1806, che erse la città a capoluogo lucano, passando per i radicali lucani che trovarono in Maffei e della Gattina degli illustri interpreti delle istanze costituzionali e antiborboniche, è possibile analizzare Potenza come città di riferimento della carboneria della Repubblica Lucana Orientale, prima del consolidamento del partito liberale lucano, che aveva una connotazione moderata e neoguelfa. Inoltre, in modo particolare, la città fu protagonista delle rivoluzioni del Quarantotto europeo, in seguito alle quali vi fu l’istituzione del Circolo Costituzionale Lucano del D’Errico, che riunì a Potenza nel giugno del 1848 i rappresentanti delle cinque province, guidando iniziative a sostegno delle garanzie costituzionali e convergendo poi con la setta dell’Unità sulla priorità dell’unificazione italiana. Di fatto, sotto gli auspici di Albini e dei Lacava il blocco unitario insorse in favore della rivoluzione nazionale il 18 agosto 1860, liquidando anzitempo il Borbone e istituendo il governo prodittatoriale. Per completare la «rivoluzione disciplinata» del 1860, l’élite risorgimentale lucana dovette però combattere il brigantaggio politico, richiamando immediatamente l’attenzione del neonato Stato italiano. L’obiettivo del progetto è quello di tracciare una storia di Potenza nel lungo periodo, dalla fine del Settecento alla fase post-unitaria, che unisca prospettive globali e territoriali attraverso l’analisi dei processi rivoluzionari e controrivoluzionari. Gli studi più aggiornati sull’Ottocento collocano in generale la storia del Mezzogiorno nelle dinamiche transnazionali, restano tuttavia tanti casi territoriali da studiare e analizzare nello specifico.
Questa ricerca, dunque, si pone di indagare la nascita e il consolidamento della comunità politica rivoluzionaria – liberale e unitaria successivamente – a Potenza tra il 1799 e il 1870. Per raggiungere tale obiettivo si intende avvalersi di alcune prospettive fondamentali di lettura, quali: l’identità e il consolidamento degli attori politici rivoluzionari, considerando eventi, pratiche, dinamiche familiari e discorsi; l’evoluzione delle forme partecipative di mobilitazione, degli obiettivi e dei simboli della comunità politica sorta dalla cultura liberale e dei loro oppositori; il modo in cui le nuove classi dirigenti affrontarono le questioni più rilevanti del loro tempo come il rapporto con la Chiesa, gli assetti della proprietà fondiaria, le aspirazioni costituzionali e i processi di modernizzazione; il ruolo di Potenza come nuovo centro politico, amministrativo e culturale della Basilicata, da un lato, e come interlocutore privilegiato delle patrie napoletana e italiana dall’altro; una prospettiva interessante è inoltre offerta dai «luoghi di memoria» del capoluogo lucano, di conseguenza i processi di costruzione, laicizzazione e appropriazione simbolica di spazi pubblici e identità fino al 1870. In un quadro d’interdipendenza tra dinamiche globali, regionali e locali, la ricerca mira ad approfondire la storia politica, amministrativa e culturale di Potenza nell’Ottocento, attraverso l’utilizzo di fonti di carattere amministrativo, giornalistico, politico, letterario, memoriale, iconografico e urbanistico. Si auspica inoltre di concludere il percorso con il materiale archivistico, iconografico e culturale necessario per allestire uno spazio espositivo sui temi della ricerca presso il museo Dinu Adamesteanu. Il nesso tra la ricerca e la logica espositiva consisterà nella lettura cronologica degli sviluppi politici, amministrativi e urbani di Potenza, in apertura inoltre a una prospettiva più ampia europea dell’andamento degli eventi storici studiati.