Miscredenza e Inquisizione: il caso di Flaminio Fabrizi (1588-1591)

Miscredenza e Inquisizione: il caso di Flaminio Fabrizi (1588-1591)
Miscredenza e Inquisizione: il caso di Flaminio Fabrizi (1588-1591)

Data inizio: 08/01/2024

Data fine: 08/01/2024

Ora: 15:00 - 17:00

Durata totale: h 2

Luogo: Campus Unisa, Edificio D3, Sala Conferenze, 3 piano

Nel 1591 un uomo di nome Flaminio Fabrizi fu arso al rogo in Campo de’ Fiori per ordine dell’Inquisizione, che lo aveva giudicato come un eretico più pericoloso di altri. Il giovane, di origine romana, non era un dotto, come Giordano Bruno o Tommaso Campanella (che più tardi sarebbero stati castigati per delitti simili), e aveva avuto una vita di avventuriero per poi essere catturato, tre anni prima della condanna a morte, in casa di una prostituta, a Siena. Aveva praticato l’astrologia e si era legato a un circolo di nobili della città toscana ai quali aveva esposto la sua concezione del mondo. Flaminio non credeva ai miracoli, dubitava dei racconti del Vecchio Testamento (la creazione, l’arca di Noè, la traversata del Mar Rosso) e affermava che il mondo fosse eterno e che Mosè, Cristo e Maometto fossero tre impostori. La sua vicenda, prima sconosciuta, apre uno squarcio per comprendere la storia della miscredenza e, più in generale, i caratteri del dissenso religioso nell’Italia del tardo Rinascimento.

 

Relatore / relatrice

Alfonso TORTORA

Studi storici

Alice de MATTEO

Studi storici