Alessio Bottone

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Progetto di ricerca

Titolo: La forma letteraria dialogica nella cultura italiana del XVIII secolo Tutor: Laura Paolino; Florian Mehltretter (Ludwig-Maximilians-Universität München) Se il genere del dialogo è stato oggetto di indagini specifiche da parte degli italianisti per quanto concerne la stagione umanistico-rinascimentale, in pochi si sono interrogati circa gli esiti successivi, fatta eccezione per la tappa del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, e circa la possibilità di identificare una autonoma tradizione diffusa lungo il XVIII secolo. Le rare ricognizioni critiche si sono concentrate sulla produzione scientifica e, dunque, sul dialogo post-galileiano appunto, giudicato come un’appendice minore rispetto al modello formale fissato dal capolavoro dello scienziato pisano. Tuttavia, il quadro fenomenologico settecentesco risulta essere assai più complesso, fondandosi su un corpus testuale che, accanto a quelli scientifici, reca dialoghi riguardanti la discussione economica, linguistica, politica o letteraria. A dispetto delle differenze contenutistiche, scritti come il Newtonianismo per le dame di Francesco Algarotti, il Della lingua toscana di Onofrio Branda o i dialoghi politici di Pietro Verri, presentano affinità decisive sul piano della corrispondenza tra l’opzione morfologica selezionata e le finalità comunicative. In sostanza, i segni di quella che è stata interpretata come una degradazione dell’archetipo galileiano non vanno circoscritti alla sfera scientifica, bensì risalgono all’influenza di fattori generalizzati, legati alle forme di diffusione del sapere, alle pratiche e agli ambienti culturali caratteristici del Settecento italiano. Si pensi, ad esempio, alla diffusa tendenza a servirsi del dialogo letterario nell’ambito di polemiche, dibattiti e querelles concernenti le più disparate questioni, o alla contiguità tra l’impiego didattico della forma recitativa conversazionale da collegio e quello divulgativo proveniente dal modello fontenelliano, che a sua volta si ricollega alle modalità salottiere della sociabilità settecentesca. Ma a influire con maggiore incidenza è in particolare la cultura della retorica, che diviene inscindibile da quella del dialogo ed estende il suo raggio d’azione dalla prosa trattatistico-dissertatoria fino alla scrittura satirica e moralistica.