Marco VITO

CV

Marco Vito ha conseguito la laurea triennale in Storia presso L’università degli Studi di Napoli Federico II nel 2013, con un tasi in storia medievale dal titolo: “Il Regno di Napoli nel XV secolo. Guerra, cultura e politica nella figura di Diomede Carafa”, con votazione di 110 e lode. Laureato nel 2015 in Scienze Storiche presso l’università degli Studi di Napoli Federico II con un elaborato finale in istituzioni medievali dal titolo: “Per una ricostruzione del demanio regio in Calabria (XV sec.) Il registro Sommaria, Diversi, I num., 10 dell'Archivio di Stato di Napoli”, con votazione di 110 e lode. Ha seguito un corso di Alta formazione con borsa d’indennità di frequenza presso il distretto di Alta Tecnologia DATABENC per la rivalorizzazione dei beni storici, archeologici e culturali attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie; con stage formativo presso la società informatica NAOS Consulting. Ha partecipato al Ier Atelier Doctoral tenutosi a San Gimignano con il patrocinio del Comune, dell’università di Firenze e Siena e dell’università Sorbona di Francia, nel 2017. Diplomato con lode nel 2018 al master universitario di II Livello in Public History presso Unimore, università degli studi di Modena e Reggio Emilia, la cui tesi è stata pubblicata sulla rivista internazionale della didattica della Storia DIPAST (Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Alma Mater Studiorum) dell’università di Bologna, nell’ambito della XVI edizione della Festa Della Storia (2019) e del convegno internazionale Orizzonti della Didattica della Storia. Ha partecipato alla seconda conferenza nazione di Public History tenutasi a Pisa nel 2018 come relatore e coordinatore. Ha partecipato alla Terza Conferenza di Public History tenutasi a Santa Maria Capua Vetere come relatore e vincitore di borsa di studio nel 2019. Ha pubblicato due  articoli presso il NUME per il V ed il VI ciclo di studi medievali. Ricercatore accreditato ed iscritto alla consultazione dell’Archivio Segreto/apostolico Vaticano.

Pubblicazioni


 

Tutor

 Stefano d'Atri
Università di Salerno

Co-tutor

Progetto di ricerca

Lettere al Magnifico e i documenti crittografati Medicei tra il 1486 e il 1491

Il progetto di ricerca si propone di approfondire uno degli aspetti più particolari della circolazione delle idee e dei modelli culturali del tardo medioevo: la crittografia. Attraverso lo studio della crittografia è possibile portare alla luce i documenti cifrati conservati negli archivi, la cui natura li ha destinati alla sola catalogazione archivistica. La ricerca è posta nell'ultimo periodo del Medioevo, quando, nel XV secolo, tali metodi di cifratura (prevalentemente alfabetici), furono modificati con l'aggiunta di omofonici, nullius valoris o caratteri numerici. L'opera ha lo scopo di ricostruire e dare una chiave di lettura ad una realtà storica che oggi è di difficile comprensione, anche perché questo ramo di ricerca è stato spesso affrontato come ramo secondario delle ambascerie e dei dispacci diplomatici. Un contributo molto utile ed essenziale alla ricerca è fornito dal codice di Vienna 2398 e dai cifrari conservati nell'Archivio di Stato di Milano, pubblicati da Lydia Cerioni in due volumi. Questi libri forniscono diverse chiavi di lettura, non tutte complete, dei metodi di cifratura utilizzati sul finire del XV secolo. Lo studio si concentra sul fondo: Filza 43, 1486 mar. 30-1491 giu. 21 riguardante le lettere indirizzate a Lorenzo il Magnifico, dove si ha evidenza di una corrispondenza attiva di lettere criptate. Ne sono un esempio le pagine dell'elenco disponibile sul portale web del progetto Mediceo avanti il principato, dell'archivio di stato di Firenze, dove sono state digitalizzate 165 unità archivistiche, alcune delle quali riguardano la crittografia. Parte del progetto consiste nel creare un database di documenti crittografati, nonché un archivio virtuale di crittografia medievale. L'archivio digitale avrebbe lo scopo di contenere i vari esempi e documenti studiati, un lavoro che potrebbe avere in futuro continuazioni successive e avvalersi della collaborazione di diversi Atenei, non solo italiani, in un circolo virtuoso per la ricerca storica.