Maria Pina de ROSA

 

 

CV

Nel 2022 ha conseguito la laurea magistrale in Lingue e Letterature Moderne presso l’Università degli Studi di Salerno, con votazione 110/110 e lode. Ha discusso una tesi in linguistica seguita dal prof. Claudio Iacobini sulla formazione dei verbi denominali nella storia dell’italiano. Nel 2018 presso la stessa università ha conseguito la laurea triennale in Lingue e Culture Straniere, con votazione 110/110 e lode. Ha discusso una tesi in didattica dell’italiano LS seguita dalla prof.ssa Fabiana Rosi sull’acquisizione delle distinzioni tempo-aspettuali in italiano da parte di apprendenti tedescofoni.

 

Tutor

Claudio Iacobini
Università di Roma3

 

Progetto di ricerca

La formazione dei verbi denominali in italiano: uno studio diacronico sulla concorrenza tra suffissazione, conversione e parasintesi
Il progetto proposto prevede una ricerca di carattere diacronico sui verbi denominali nella lingua italiana. Gli schemi a cui l’italiano fa ricorso per la derivazione di verbi a partire da nomi – suffissazione, conversione e parasintesi – sono stati finora oggetto di trattazioni autonome (Grossmann / Rainer 2004), ma non è ad oggi disponibile uno studio che fornisca un quadro dei verbi denominali nel loro complesso, in cui gli schemi derivazionali che concorrono alla loro formazione siano descritti comparativamente. Gli schemi in questione sono stati impiegati produttivamente fin dalle origini della storia della lingua, consentendo la formazione di verbi anche a partire dalle stesse basi, nonché la codifica di situazioni ascrivibili, in buona parte, a medesimi tipi semantico-azionali. Il rapporto tra gli schemi può quindi essere interpretato secondo un approccio paradigmatico alla formazione delle parole (cf. Melloni / Dal Maso 2022 per una panoramica in merito), ed entro una prospettiva teorica di competizione (Aronoff 2016). Appare perciò utile, delineare e interpretare le caratteristiche di ciascuno schema alla luce dell’interazione – competitiva o collaborativa – con i concorrenti. Per l’analisi di un fenomeno intrinsecamente connesso all’evoluzione qual è la competizione, la prospettiva diacronica appare il punto di vista privilegiato. Alcuni primi dati quantitativi relativi alla distribuzione diacronica dei tre schemi hanno evidenziato come l’italiano, secondo una tendenza condivisa in ambito romanzo (cf. Malkiel 1941), esibisca nello stato sincronico attuale una ridotta varietà di formazioni verbali corradicali, oltre a una rispondenza piuttosto regolare tra schemi formativi (e specifici mezzi derivazionali) e proprietà semantico-azionali dei verbi risultanti; in stati di lingua anteriori si constata invece una abbondanza di verbi derivati da uno stesso nome ed una meno definita distribuzione delle risorse nella verbalizzazione di determinati tipi situazionali. Col presente studio ci si propone di sviluppare e interpretare questi iniziali risultati: saranno esplorate le dinamiche dell’interazione tra i tre schemi formativi tentando di mettere in luce la natura delle correlazioni esistenti tra schemi e basi nominali, le condizioni e restrizioni all’impiego di ciascuno schema, e in generale i fattori di diversa natura (fonomorfologici, semantici, stilistici, relativi alla frequenza) che possono aver svolto un ruolo nel determinarne distribuzione, produttività e possibili specializzazioni, così come si sono manifestate nel tempo, e come fanno nel presente. La ricerca contribuirà, sperabilmente, oltre che alla descrizione di uno specifico aspetto della morfologia derivazionale dell’italiano, anche, a un livello più generale, alla delineazione empiricamente fondata di un modello di sviluppo possibile di un fenomeno nell’ambito del processo di arricchimento ed evoluzione lessicale delle lingue.