Marika BOFFA

 

CV

Marika Boffa ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne, con votazione 110/110 e lode presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi in Letteratura italiana su Torquato Tasso. Ha proseguito gli studi nello stesso Ateneo dove ha conseguito, con votazione 110/110 e lode, nel 2018, la laurea magistrale in Filologia Moderna con una tesi in Letteratura italiana moderna e contemporanea su Roberto Bazlen. Attualmente è iscritta al corso di dottorato di ricerca in Studi letterari, linguistici e storici presso l’Università degli Studi di Salerno, dove si sta occupando dell’influenza di Bazlen su Pier Antonio Quarantotti Gambini e Stelio Mattioni. È membro del comitato redazionale di «Sinestesie». Ha partecipato, nel giugno e nel settembre 2019, al Convegno MOD e al Congresso Nazionale ADI con due interventi, rispettivamente sul Capitano di lungo corso di Bobi Bazlen e sul Piccolo Berto di Umberto Saba. Ha pubblicato su «Sinestesie», XVII (2019) un saggio intitolato Inchiesta intorno un’assenza: il legame tra Eugenio Montale e Roberto Bazlen, e una discussione sul volume di Antonio Saccone, «Secolo che ci squarti…Secolo che ci incanti». Studi sulla tradizione del moderno. Sono in corso di pubblicazione due suoi articoli, uno, per la rivista «Italianistica» XLIX, 1 (2020), su Il Capitano di lungo corso di Roberto Bazlen; l’altro, per «Sinestesie», XVIII (2020), una discussione sul libro di Valeria Giannantonio, Autobiografia della grande guerra.

 

 

Tutor

Rosa Giulio
Università di Salerno

 

Co-tutor

Giorgio Sica
Università di Salerno

 

Progetto di ricerca

Per uno studio incrociato: Pier Antonio Quarantotti Gambini e Stelio Mattioni dalla prospettiva di Roberto Bazlen

Il progetto intende indagare e analizzare l’opera di Pier Antonio Quarantotti Gambini e di Stelio Mattioni a partire dai rapporti che entrambi gli autori hanno intessuto con Roberto Bazlen. Personaggio tanto affascinante quanto enigmatico, Bazlen ha svolto un ruolo molto importante per entrambi gli autori, aiutandoli ad affermarsi e a trovare una propria collocazione nel mercato editoriale triestino e nel più ampio contesto culturale italiano del Novecento. Ma la collaborazione con Quarantotti Gambini e Mattioni è stata, sia per entità che per durata, differente. Per il primo, Bazlen ha attivamente collaborato alla revisione di alcuni testi e si è speso affinché i suoi libri potessero essere conosciuti anche all’estero. Nel caso di Mattioni, Bazlen è stato, invece, lo scopritore: a lui si deve infatti la pubblicazione del primo libro di Mattioni (Il sosia, Einaudi 1962), ed è sempre tramite Bazlen che lo scrittore triestino ha cominciato a pubblicare per la neonata casa editrice Adelphi – della quale proprio Bazlen fu uno degli ideatori. Il progetto non vuole, però, ridursi a delineare l’influenza bazleniana sui due autori, ma attraverso questa, si intende costruire un profilo critico di Quarantotti Gambini e di Mattioni, con particolare attenzione agli elementi di originalità, di novità e di modernità che essi, dalla periferica Trieste, hanno introdotto nel panorama letterario italiano.