Dario SALVATORE

CV

Ho conseguito la laurea in Storia presso l'Università "Federico II" di Napoli con una tesi in Storia Greca dal titolo Temistocle il politikos aner: da Frearri a Salamina e votazione 110/110 con lode. Successivamente, ho conseguito il titolo di dottore in Scienze Storiche pressol'Università "Federico II" di Napoli in Storia delle Istituzioni politiche con una tesi dal titolo “Primo contatto”. l’Italia in Somalia. Costruzione di una «necessità» coloniale e votazione 110/110 con lode. Attualmente, sono dottorando in Storia presso l’Università di Salerno e porto avanti il progetto dal titolo Mobilitazione politico-economica urbana e progetto imperiale fascista: il caso napoletano.

 

Tutor

Roberto Rossi
Università di Salerno

 

Co-tutor

Olindo De Napoli
Università “Federico II”, Napoli

 

Progetto di ricerca

Mobilitazione politico-economica urbana e progetto imperiale fascista: il caso napoletano.

Il progetto intende indagare i meccanismi di riscrittura delle funzioni socio-economiche che investirono la città di Napoli durante il ventennio fascista nel più ampio quadro di proiezione mediterranea e coloniale immaginata dal regime. Lo scopo è quello di comprendere se, al di là del piano retorico, gli slogan «regina del Mediterraneo» negli anni Venti e «porto dell’impero» negli anni Trenta promossero una specifica visione di città da realizzare sia a livello infrastrutturale con i lavori al porto, sia a livello di hinterland economico con la “valorizzazione” dei beni provenienti dalle colonie. Per rispondere a questo interrogativo si è scelto di usare come chiave interpretativa il concetto di trittico portuale formulato per la prima volta da André Vigarié. Nello specifico, il porto e la città non sono analizzati in chiave “statica” limitandosi ad osservare il quantitativo di materiale imbarcato e sbarcato nel porto in funzione dei collegamenti con le colonie. Si è scelta una visione dinamica e relazionale, che fuoriuscisse metaforicamente dai confini fisici del porto. Ciò ha comportato, da un lato, la ricerca di un possibile hinterland economico nell’area napoletana che facesse uso di prodotti coloniali in transito dal porto. Dall’altro lato, invece, si è avviato uno studio dell’andamento della geografia delle rotte nel corso del ventennio tra Napoli e l’Oltremare per valutare se concretamente il fascismo promosse il porto napoletano come scalo di riferimento per questo tipo di collegamenti. Il terzo elemento dello schema interpretativo, centrale sotto diversi punti di vista, è l’agency dei gruppi socioeconomici della città interessati a valorizzare questa prospettiva di sviluppo urbano. In questo contesto per agency si intende la capacità di promuovere, tramite iniziative sul territorio (fiere campionarie, borse merci, riviste specializzate) e i canali istituzionali (memorandum, petizioni, progetti), l’idea di Napoli come città «mediterranea e delle colonie».