Trame di note, pellicole e pennelli. Il romanzo russo tra opera, cinema e pittura

Seminario
Data evento: 13-05-2024 10:00-12:00
Trame di note, pellicole e pennelli. Il romanzo russo tra opera, cinema e pittura

"Il 13 maggio 2024, alle ore 10.00, per iniziativa dell’Associazione studentesca Linguisticamente e della prof.ssa Giuseppina Giuliano, si terrà nella Sala Conferenze del Dipsum (edificio D3, 3° piano), il seminario di letteratura russa Trame di note, pellicole e pennelli. Il romanzo russo tra opera, cinema e pittura. Il seminario è aperto a tutti gli interessati.

 


Sinossi

 

L’azione di Peterburg (1913-1914), capolavoro dello scrittore simbolista Andrej Belyj (1880-1934), si dipana nell’omonima capitale russa, allucinata e inquieta, rievocando la tradizione letteraria di Puškin, Gogol’ e Dostoevskij tra gli scioperi, manifestazioni, atti terroristici e doppiogiochismo dell’epoca della rivoluzione del 1905.

Belyj ne trasse una versione teatrale, messa in scena nel 1925, e ancora prima una sceneggiatura cinematografica commissionatagli dal Kinokomitet moscovita nel 1918, in piena guerra civile e nella nascente industria del cinema muto. Il film non venne realizzato, neppure nel 1926, quando se ne annunciò l’inizio delle riprese.

Conservatasi inedita e incompleta, la sceneggiatura, di prossima pubblicazione a cura di Claudia Criveller (Università di Padova), propone una nuova e originale versione del romanzo e rivela la conoscenza di tecniche e peculiarità dell’arte cinematografica, a cui Belyj si era avvicinato da spettatore e critico sin dai primissimi anni del XX sec.

 

Nella tradizione musicale russa si osserva una forte tendenza ad attingere alla letteratura nazionale soggetti da rielaborare per il teatro d’opera. Questa tendenza, che pone il compositore nella posizione di esegeta, nasce nel primo Ottocento ma perdura anche oltre lo spartiacque della rivoluzione bolscevica.

Anna Giust (Università di Verona) racconterà come negli anni Venti del Novecento il compositore Sergej Prokof’ev (1891-1953), trasponendo per la scena lirica il romanzo L’angelo di fuoco, pubblicato nel 1907-1908 da un altro scrittore simbolista, Valerij Brjusov (1870-1924), abbia messo in comunicazione sfera letteraria e musicale, in una produzione che programmaticamente si ispira all’idea di opera sinestetica.

L’angelo di fuoco, peraltro, sotto la maschera del romanzo storico (è infatti ambientato nella Germania del XVI sec.) e mediante il trucco del manoscritto ritrovato, aveva per protagonisti gli stessi Brjusov e Belyj e la loro burrascosa relazione con la poetessa Nina Petrovskaja (1879-1928).

 

Nella seconda parte del seminario, facendo un passo indietro nella letteratura dell’Ottocento, secolo d’oro del romanzo russo, Claudia Olivieri (Università di Catania) si soffermerà sull’intersezione tra prosa e pittura.

Citare o riferirsi a un dipinto non è, infatti, per Dostoevskij, una pratica né sporadica né casuale, ma – al contrario – costituisce un artificio, un procedimento consapevole ricorrente in tutta la sua opera.

L’esposizione verterà dunque sul rapporto tra lo scrittore e l’arte figurativa, a partire dall’arcinoto ritratto realizzato nel 1872 da Vasilij Perov (1833-1882), che vede Dostoevskij protagonista, passando attraverso la pittura, russa e non solo, a lui coeva, che ad un’attenta lettura dei suoi testi ne costituisce anche una chiave interpretativa, fino ai disegni eseguiti dalla mano stessa dello scrittore che arricchiscono i suoi manoscritti e guidano spesso gli studiosi nell’analisi critica di personaggi e situazioni romanzesche a cui sono affiancati sul foglio.

 

Bibliografia

Andrej BelyjPietroburgo, traduzione e introduzione di Angelo Maria Ripellino, Milano, Adelphi, 2014.

Valerij BrjusovL’angelo di fuoco, traduzione e postfazione di Cesare de Michelis, Roma, E/O, 2007.

Fëdor Dostoevskijtutto quello che volete…."

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